TAIANI (gia’ speaker televisivo di Berlusconi poi…, ed infine segretario del suo partito)

Con solito piglio militaresco:

…porre “vincolo di mandato” , all’eletto con un partito, che ne impedisca l’esodo… .

Ecolalia (reiterazione compulsiva di detti), scrosciante particolarmente dall’avvento del Grillo (già …..!) sempre timoroso ( et pour cause) di vie di uscita laterali dalla sua compagine.

Quindi: art 67 della Costituzione (esplicitamente evocato) e pretesa di sua riforma.

Ma la locuzione, concettualmente stravolta dai due suddetti (e da innumeri “pari”), ha poco a che fare con quanto ne prospettino.

Giacchè, tecnicissima per il po’ po’ di giuristi (reali) che la scrissero:
conferito il mandato, dall’ elettore all’eletto, ad agire politicamente in parlamento, non gli fu posto vincolo di contenuto, che fu tenuto libero e discrezionale, nei mezzi e nei fini, (ovviamente) presunti coerenti alle attese dell’elettore.
Né, ove incoerenti, fu previsto “richiamo” (revoca del mandato) dell’eletto, salva la sanzione, elettorale, alla scadenza, del mancato rinnovo.

Quindi assenza di (”senza”: art 67 cit) vincolo (di contenuti) dell’ azione del mandatario. Nulla a che vedere con la libertà (o l’arbitrio) del “cambio di casacca”, col transito da un partito ad altro.

Che riguarda altro rapporto.

Non quello tra elettore ed eletto (che di fatti, “cambiando casacca”, resta parlamentare), ma quello tra associazione (partito) candidante, e associato (anche occasionalmente); comunque, tra organismo candidante e (in ogni modo) candidato (l’”indipendente”, ad esempio).

Che è rapporto di candidatura, con le sue (eventuali) regole, anche giuridiche anche obbligatorie, la cui inosservanza potrebbe arrecare sanzioni.
Mai, tuttavia, tangenti il mandato politico, scorrente esclusivamente nel rapporto elettorato eletto.

E se, per sanzionare il “cambio di casacca”, si operasse sull’art 67 ( imponendo vincolo contenutistico alla azione dell’eletto), si uscirebbe dalla (quasi) totalità delle “democrazie rappresentative”, si entrerebbe nella sfera delle democrazie illiberali o autoritarie, al meno peggio, delle policrazie.
Ma non è affatto da escludere che, i due suddetti, fingano di non saperlo.
pietro diaz

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