20.07.13

“Che Paese è quello nel quale sono necessarie le condanne”… volendosi dire, su Raitre, che potrebbero essere detti colpevoli anche coloro che fossero stati dichiarati innocenti, in processo, o non fossero stati dichiarati colpevoli. Volendosi ciò dire da un magistrato siciliano, pervenuto alla strapotenza per cui gli è oramai d’ impaccio il processo giurisdizionale, istituito a sancire innocenza o colpevolezza, a delimitare il potere materiale, politico e poliziesco, di farlo.

Distruzione del capitale umano: questo e’ l’anticapitalismo di “magistratura democratica” penale, “per legge” e per professione immancabilmente annientativa dei corpi delle menti delle facoltà dei diritti degli interessi degli stati delle condizioni delle ragioni, dei loro perseguiti, condannati o assolti che li avesse.

L’antimafia giudiziaria infiltrata al  vertice del potere legislativo occupando il primo seggio del senato dallo strategicamente e simulativamente  dimessosi da essa,  “Grasso”, sceglie il giorno simbolico della commemorazione della morte violenta del collega “Borsellino”, per  depositare presso la commissione giustizia del senato,  incitata a deliberare per vie brevi, legislativamente,  la modifica dell’art 416 ter  del codice penale, affinché anche l’ultimo avanzo,  dopo il “porcellum”,  di libertà dell’elettorato passivo, e del corrispondente attivo,   passi  nelle mani dei poteri dello stato, di quello più duro e cruento e protervo, e ad un tempo più alieno alla democrazia elettorale,  il potere di magistratura penale “antimafia”; e  affinché, d’ora in avanti, alla minima insinuazione (benché farneticante e mitomane o vendicativa o rivendicativa di potere sociale, di “votodiscambio”, cioè di ogni voto, poiché non ne e’ concepibile uno che, al postutto, non lo sia ) di polizia, eletto ed elettore siano deportabili nei campi di concentramento a vita.
E “Grasso” fu infiltrato, lassù,  dal segretario del partito politico sorto, nell’incombente  mussolinismo, per portare alla luce il comunismo italiano…

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