16.09.15

Il governa che legifera sui ‎diritti pubblici

A prevenzione di uno sciopero imminente nell’ambito dei servizi di apertura al pubblico dei Musei nazionali, il frivolo Franceschini (ministro dei beni culturali, fra i quali ha censito la barba che s’é fatto crescere a sfumatura della ciccia prognatica, la frangetta sulla fronte a mimesi dell’insufficienza di questa, le lenti a contatto a intermittenza ripensate perché gli stropicciano lo sguardo, peggio degli occhiali che glie lo stralunano: tanta fatuità senza tema di appellarsi “Franceschini”, uno degli ultimi resistenti antifascisti della Repubblica che costui ministra), ha chiesto al Consiglio di cui è membro la collocazione, tra i servizi essenziali insuscettibili di sciopero non rigidamente regolato, quello dell’apertura dei Musei. Il Consiglio ha emesso un decreto, previo annuncio di esso al Presidente della repubblica “secondo prassi’, in realtà per imbonire il predetto in vista della sua emanazione.
La sensibilità del regime renziano alla legalità, intesa, controtravagliescamente, come attribuzione solo alla legge parlamentare, del potere di intervenire sui diritti sociopolitici e costituzionali del popolo, questa volta ha la faccia, completamente rifatta, di Franceschini…

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12.09.15

La cuccagna penale dei “servitori‎ dello Stato”

“E’ successo un casino i ragazzi hanno massacrato un ragazzo arrestato”‎, avrebbe esclamato il m.llo della Stazione dei Carabinieri in Roma Tor Sapienza, giungendo trafelato e agitato in caserma, dopo l’esercitazione omicidiaria di una pattuglia di Carabinieri sulla pelle del povero Cucchi.
La procura della Repubblica incriminò medici e guardie penitenziari, i giudici condannarono i primi (poi prosciolti), nessuno processò quei “ragazzi” (diminutivo militaresco, compiaciuto e compiacente, della potenza degli ordigni bellici, come “little boy” della bomba atomica statunitense lanciata sul Giappone postbellico). E fu sentenziato, in epilogo, che, Cucchi, segnato da una micidiale frattura di una vertebra lombare inflitta da quei “ragazzi” e deliberatamente ignorata all’ “accertamento autoptico”, sarebbe morto per malnutrizione…

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11.09.15

Bergoglio il complice mite

“Pur meritevoli di pena hanno preso coscienza della Ingiustizia commessa e della legittimità della limitazione della loro libertà e anelano di rientrare in società emendati‎”…
Invoca giustizia misericordiosa, non evoca ingiustizia scandalosa, della legislazione penale  e della sua applicazione giudiziaria, del potere inerente, l’ “innovatore” Bergoglio, completamente frainteso o malinteso…

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6.09.15

Incorreggibili inemendabili irrieducabili, immodificabili…

Mario Calabresi di Luigi (e per ciò e solo per ciò in carriera come direttore di un quotidiano nazionale, a somiglianza di tutti i discendenti, o ascendenti o collaterali o affini o semplicemente sodali, invero, del poliziotto italico soprattutti  se eroificato), colui che, da commissario di polizia, “servi’ la patria” escogitando e reificando il “caso Pinelli”, l’accusa dell’anarchico e dei suoi compagni, a depistaggio, dalla strage di Piazza Fontana consumatasi nella Banca della Agricoltura di Milano, degli stragisti di Stato, con quella, allora solennemente esordienti…
ebbene “Mario” avrebbe deciso, in vantata diversificazione da altri omologhi, di pubblicare la foto del corpicino (vanamente) migrante, raccolto morto su una spiaggia da un poliziotto, fotografato da un altro (una foto insomma lanciata mediaticamente da due poliziotti…), commentando che,  essa,  rappresenterebbe la Storia (con la maiuscola…)
Ovviamente ammaliato dalla grandiosità della operazione di polizia, intenta alla protezione di confini patrii  dalla penetrazione  dei  migranti…

Prefiche siciliane

Una parente dei due coniugi trucidati da un immigrato mentre li rapina, con altisonanza da antica Sibilla, e lamento di prefica, enuncia che la causa e la colpa, del fatto, sarebbe dello Stato italiano e lo accusa…
Causalismo e colpevolismo tipicamente siciliani, dopo trent’anni (circa) di istruzione impartita al popolino, capillarmente tenacemente inarrestabilmente, dalla polmagistratura (polizia e magistratura organizzate e organiche, nella cultura “giuridica” autoprodotta  autonomisticamente)…
Con brutale ritorno al pensiero primitivo e magico anzi sciamanico, di cui la Sicilia dell’ultimo trentennio giudiziario è riuscita a permearsi e pervadersi, ad intridersi e a grondarne.

Renzusconismo

A Cernobbio, nel giorno dell’ossequio inverecondo del capo del Governo (segretario del piddi erede del picci, niente meno) alla creme della imprenditoria privata, da un gruppetto di “Forzisti” (militanti del partito dell’industriale politicotelevisivo Berlusconi) è data e presa visione di un filmetto  su di un Luna Park,  con immancabile autoscontro, realizzato dal loro “leader” nella proprietà Villa Certosa…
A testimonianza simbolica, perfetta quanto involontaria e inconsapevole, della condizione culturale (da Luna Park‎) della politica complessiva: autoscontro buffo e buffonesco, senza danni per alcuno, a divertimento e gratificazione e profitto e lucro comuni, a simulazione della dialettica e del conflitto, a dissimulazione delle intelligenze fra tutti, cospiranti l’arrembaggio più corsaro al  popolo italiano…

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5.09.15

Una criminalità tutta di parole 

Trentamila “trafficanti di esseri umani” correrebbero l’ Europa, diffonde minacciosamente Europol, dopo l’apparizione di altrettanti soccorritori, in Austria Germania Francia, altrove, di emigranti dalla Siria dalla Libia e da altri luoghi (esclusivamente) demicidi, dell’Africa e del Medio Oriente…
Tutti rei di reati, diffonde altrettanto minacciosamente il despota neonazifascipostbolscevista ungherese Victor Orban, mentre avvolge l’Ungheria postsovietica nel filo spinato a tripla mandata…
Tutti, comunque, “vettori” (per più o meno tipico contratto civilistico di “vettura”), trasportatori cioè, a richiesta, di umani fuggenti a distruzione e morte, di cercanti altrove (illusoriamente) integrità e vita.
O loro soccorritori.
I quali, quindi, secondo i diritti nazionali occidentali o internazionali o universali, se commettessero reato sarebbero scriminati per legittima difesa o soccorso “di necessità”,  degli emigranti.
Comunque.
Ma sarebbero rei, per Orban suddetto, preceduto e seguito, invero, da statisti e parlamentisti e governisti e cronisti, cartacei o radiotelevideofonisti, e commentisti e chiosisti e dicitisti, privati e pubblici di ogni risma e feccia (fino allo spicherista televisivo starnazzatore, accurato e zelante, di “trafficanti di esseri umani”), massimamente se italici.
Rei per traslocuzione, trasfigurazione, criminologiche, di quel soccorso, per travisamento del trasportatore o soccorritore a trafficante, del trasportato a sua merce (con, inoltre,  accorto e tendenzioso impiego di consonanze ed assonanze alle famigerate e storiche “tratte”, degli schiavi, a fatti di schiavismo).
Rei, dunque, per falsificazione, mediante soppressione, dell’accadimento reale, per sovrapposizione ad esso dell’accadimento artatamente simulato, fittizio.
E mentre, così ributtante escrezione della subumanità, significa e implica, immediatamente, il rifiuto “nazionale” del soccorso, la persecuzione del soccorritore (di quella risma e feccia, la parte più ventrale ha, perfino, auspicato e prefigurato modalità  belliche, con bombardamenti dei mezzi di trasporto, più che giudiziarie, della persecuzione).
Essa, mediatamente, spiega (come a scuola) la genesi (tendenziale) delle “incriminazioni”, dei “crimini”, dei “criminali”, la loro consistenza reale, corrispondenza a realtà, il loro effettivo statuto: pressoché esclusivamente verbale.
La legge penale, quindi, quale lingua sociopoliticante, spaventosamente mortifera, dei lestofanti (e dei necrofili, penofili, penomani ed egomani)?
L’interrogativo sconsiglia affrettate  risposte negative…

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3.07.15

I calabresi all’ assalto di Adriano Sofri

Sul “malore attivo” di Pinelli (questa la formula giudiziaria, che, per mano del poi benemerito senatore piddino D’Ambrosio, spiegò il lancio dal quinto piano della Questura dell’”anarchico Pinelli”), l’esile “Luigi” confessò escrescendo il pachidermico “Mario” (Calabresi).
Sul “malore”, indi, riconfessò “Mario”, “assumendo” la Direzione de La Stampa per ascendenza (dinastica, negli stati di polizia), poi compromettendola nella contestazione (quale esperto in materia carceraria perché carcerato) dell’ “omicida” del genitore, A.Sofri (che, mosaicamente, forse, non avrebbe nemmeno potuto nominare).
D’altronde, simbolizzò bene l’oltranza socioeticopolitica, la rappresentazione, or è qualche anno, dell’”ufficiale” incontro “compositorio” fra “le due vedove”, Calabresi e Pinelli: la prima, regalmente impellicciata, la seconda, popolanamente impannucciata.

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20.06.15

Impresentabili a priori

La “impresentabilità” sancita dal  diritto naturale o da quello civile e civico può totalmente divergere da quella sancita, direttamente, dal diritto positivo, penale o poliziesco o (generalmente) giudiziario, o, indirettamente, dai loro adepti (persone od organismi formali o informali)…
Le cui  “presentabilità” potrebbero  essere assolutamente impresentabili, perfino a priori.

Il naviglio dei penati e dei pietosi

“Neutralizzare il naviglio si sta rivelando il più efficace strumento del contrasto ai clan dei trafficanti..”
Enuncia il politicume italiano..
Bene evidenziando lo stratagemma semantico costitutivo della sua essenza, e di quella dei poteri strumentali, in particolare quello penale, che  ha ingrassato:
quando esso pratichi il razzismo, o incrimina (“legalmente”) chi rigetti o assoggetti, “i clandestini” ad esempio,  o chi glie li importi, “i trafficanti di esseri umani”…
essi, che non avrebbero altra colpa che quella d’essere, o di soccorrere (pur per mercede),   umanità ‎in pericolo di morte, con quello stratagemma assumono colpo, e divengono perseguibili e perdibili giudiziariamente a volontà…
allorché così si giustifica la incarcerazione preventiva, nei controumanitari luoghi di origine, dei fuggitivi.

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18.06.15

“Anche noi fummo migranti..”

Mediante l’analogia si è pensato di placare o rieducare la xenomisia (l’ostilità culturale verso l’immigrante)…
Ed è possibile che lo stratagemma demagogico funzioni, nelle culture pseudologiche o paralogiche come le nostre.
Ma se si indugiasse in esso, andrebbe politicamente chiarito che ‎gli  europei migravano per fare genocidi o gang, per fare macelleria delle popolazioni d’arrivo, gli africani e i popoli limitrofi migrano per andare al macello:
da “respingimenti” nel corso di  navigazioni procellose, o da concentramenti nei campi di detenzione istituiti agli approdi…
Dunque, è un’analogia da falsari, quella vista…
D’altronde, l’analogia è disconosciuta ‎quando in effetti esista…un ministro del governo renziano, interpellato nella trattoria dove si cibava, ha obiettato alla Francia di non accogliere gli africani benché innocenti, mentre accolse i terroristi italiani colpevoli…
Eppure questi erano politicamente innocenti non meno di quelli, e non meno perseguitati degli stessi.

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16.06.15

I ministri del governo renzino

Il ciccione che fa politica convinto di non schiantarla sotto il proprio peso, tal Poletti, ministro del lavoro, fonetizza le parole ed ammannisce “i concetti” esattamente come il grande comico di “quelli della notte”‎, Ferrini, che, quindi, ne fece la caricatura profeticamente.

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13.06.15

La candidatura giudiziaria 

Con l’inchiesta pubblico ministeriale del Mose, che ha ammanettato il ceto civico candidato a sindaco di Venezia, e’ stata aperta la campagna elettorale dell’esponente del ceto giudiziario, Casson, per scelta della sua dirigenza

Su mandato politico della ANM

Ha fatto campagna elettorale, il pubblico ministero assegnato alla politica dalla associazione nazionale magistrati, rifiutando il soccorso ai fuggitivi dalla fame dalle guerre dalle dilapidazioni, dalle ingiustizie d’ogni genere, nel territorio del suo Comune (Venezia)…
‎Questa la posizione culturale, prima che giuridica e giudiziaria, della ANM..

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11.06.15

Il leghismo sconcettuale 

“La mia proposta condivisa da me ma anche da altri..”
condividerebbe con altri la sua proposta, lo sdoppiato Maroni (ovviamente una proposta razzista)‎..

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8.06.15

“Vecchione” è detta la sagoma umana dell’anno morente, a carnevale,…..

“Roberto vecchioni”, colui che cantava “noi siamo i compagni …”, ed è ingrassato giocando “sulla sinistra del campo sociale”, oggi proclama  stima politica per  la lepenista “Meloni”, già baby sitter e badante di Fiorello, assurta ai ministeri della repubblica propagando  fascistismi…..
A segno di ciò che fu “la sinistra”, quel che esattamente è oggi…

Il carnevale  di Venezia

‎Per le elezioni comunali veneziane, Imposimato (membro della associazione nazionale magistrati, già veggente e senziente giudiziario nel “caso Moro”) fa propaganda per la candidatura a sindaco di Casson (altro membro  della stessa  associazione), e lo  fa a nome di M5stelle…
dunque anch’esso membro di quella associazione, la quale, quindi, oramai, permea anche il ceto politico “elettorale”, oltre che quello istituzionale…

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7.06.15

‎Renzi costituzionalista…

Il sussidio ai poveri è incostituzionale, sputacchia convinto, giuristeggiando, “Matteo Renzi”, perché l’art 1 della Costituzione prescrive che la repubblica sia fondata sul lavoro, non sul sussidio ai poveri (che, quindi, dovrebbero lavorare..)‎…
Che i poveri esistano perché la repubblica non è fondata sul lavoro, che essi abbiano diritto di pretenderlo, che, se la pretesa sia, dalla repubblica, inevasa, essi possano pretendere il sussidio di sopravvivenza, è totalmente estraneo alla capacità cognitiva della sciagura della repubblica, capo del suo Governo..

I procuratori della (politica della) repubblica

Oggi si vota in Turchia, mentre un procuratore della repubblica turca ha chiesto l’ergastolo per reato di spionaggio (“a favore dell’Occidente” ), contro  un giornalista che ha rivelato la Turchia fornirebbe armi ai ribelli siriani.
Richieste di pena simili, dai procuratori della repubblica politicanti con o senza mandato, sono frequenti, in Turchia e nell’area Geografica circostante, compresa, pare anzitutte, quella italiana..

‎Il pitocco politicante 

Marino corruppe l’università americana per carpire il titolo di “professore di chirurgia del fegato”, con esso corruppe il partito “della sinistra” per carpire il titolo di senatore, con esso corruppe lo stesso partito e la città di Roma per carpire il titolo di sindaco…con esso carpì la magistratura nominando assessore uno dei suoi esponenti…
Ecco un esempio di “catena corruttiva” ad anelli inscindibili…
Ma l’organismo generale anticorruzione italiana (fatto da magistrati paramagistrati poliziotti parapoliziotti, e loro “evangelisti” ed apostoli), nemmeno lo sospetta…

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6.06.15

Cantone lo sputtanatore generale

Per “Cantone”, la (stupeputrefacente) “Bindi” avrebbe “sbagliato”, ad elencare gli “impresentabili’, perché, “spresentando” pochi, avrebbe “presentato” molti (gli avrebbe dato il “bollino blu”, dice, nel suo napoletano dei bassi, stretto nel pensiero pubblicitario televisivo), quasi tutti…
ovviamente, per una Autority della Repubblica “anticorruzione”, comunque e sempre suo magistrato… e, magistrato penale, come lui, spresentatore per mestiere delle popolazioni italiane…

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24.04.15

La “associazione nazionale magistrati”, secondo quanto riferisce il Garantista, a conclusione di un dibattito sulla questione se indire o no sciopero di protesta avverso la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, ed  altro, avrebbe auspicato:
“…un grande appuntamento di confronto e proposta, nel quale coinvolgere con serietà di intenti tutti coloro che operano nella Giustizia: magistratura ordinaria ed onoraria, avvocatura, personale amministrativo, forze di polizia, università, nel quale confrontarsi…”
Senonchè:
Fra gli invitati all’”appuntamento”, non si vede né l’Accusatore né il Giudice.
Per ciò, il confronto sarebbe incompleto ( il suo esito, incompiuto).
Eccetto che, i suddetti, siano stati compresi nel Soggetto “magistratura”.
Ma, se lo fossero, non si vede come, l’avvocatura, potrebbe interloquire con chi li impersona unitariamente, con l’accusatore giudicante, con il giudice accusante; con chi, naturalmente, non potrebbe che produrre condanne.
L’interlocuzione sarebbe sterile, e perfino sgradevole, per la “deformità” (epistemologica,  logica, e “giudiziaria”) dell’interlocutore, oltre che inattuabile metodologicamente.
E, se avvenisse, sarebbe mistificatoria, e infedele alla missione giudiziaria (ma anche sociopolitica ed etica), della avvocatura.
E chi la avesse ritenuta possibile in “serietà di intenti”, avrebbe avuto, di questi due termini, nozioni che sfuggono al senso della avvocatura (e, forse, anche a quello di altre categorie di “intellettuali”).
Immaginare, d’altronde, in siffatta situazione, la interlocuzione, della avvocatura con il “personale”, amministrativo di quel coacervo disfunzionale “giustizialmente”, per le (stesse) ragioni, pare inconcepibile.
Inoltre, che cosa potrebbe avere a che fare l’avvocatura, levatrice e allevatrice e preservatrice di diritti (oltre che di infinita e incessante relazione e interazione sociali in forma dialogica e dialettica, anziché “militare”), con la “polizia”, istituzionalmente funzionalmente socialmente politicamente eticamente, antipode, non si vede (almeno a colpo d’occhio).
Così che, a siffatto “confronto”, parrebbe essere stata invitata per il camuffamento di operazioni (“dialogiche”) che sarebbero irriducibilmente aliene o contrarie, ad essa ed agli interessi del popolo che, per libera elezione popolare, rappresenta.
Quanto alla “università”, intesa quale istituzione della scienza giuridica e giudiziaria sulla  legge esistente, che nella avvocatura (ebbe storicamente e) avrebbe attualmente il suo operatore e divulgatore (e fomentatore e fautore), solo con quella, essa, potrebbe interloquire, e anzitutto solidarizzare:
se, del suo fondamentale apporto culturale, la magistratura “giurisprudenziale” ne ha vietato (finanche) la menzione (salvo il suo plagio occulto, quando fosse strumentale ai suoi disegni), in ogni atto giudiziario e comunque nei suoi provvedimenti;
ciò, dacchè si protese alla conquista (definitiva) del monopolio del “sapere giuridico” e giudiziario -fino all’estremo di istituire, perfino “legislativamente”(passando per i gabinetti ministeriali e parlamentari occupati esclusivamente da suoi emissari), la “inammissibilità” (o comunque la “infondatezza”) della attività giudiziaria che non avesse appiglio  in esso- :
pur se lo avesse nella “università” e nella legge;
pur se, quel “sapere”,  fosse  (ben)  inferiore , alle  superiori  tradizioni culturali della “culla  del diritto” (universale);
pur se, menomando le prerogative costituzionali del popolo italiano riunito in Parlamento,  dettasse legge al suo posto (perfino, beffardamente, nel suo nome, con cui,  immancabilmente, intesta le “sentenze”).
Ma se solo “università” ed avvocatura potrebbero interloquire, il “confronto” in “serietà di intenti” reclamerebbe altri invitati .
Diaz

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