11.11.2011

Quando le apparizioni d’esse, sulla scena mediatica, languivano, per penuria di reati veri, polizia avvocatura (delle “vittime”) e magistratura li inventavano, talora convertendo  suicidi palesi in omicidi misterici, col favore di qualche superficiale o incompetente consulenza;  si assicuravano cosi’ un nuovo periodo di protagonismo sociale.

Poteva la siciliana Piraino moglie del siciliano Borsellino, o la sorella di costui, dargli voce da morto, quando ciò avesse assecondato nuove indagini delle polizia e delle magistratura sulla sua morte…poteva in un luogo giudiziario dove con la voce più stonata dei morti riportata dai vivi, o con quella più’ stonata dei vivi stessi, impostagli contro la loro volontà da altri vivi o da voci di morti intonate dai vivi, polizia e magistratura hanno conquistato il potere politico sociale assoluto, quello di dare corpo al nulla, o nulla al corpo, per un dominio incontrastato dei corpi degli accusati, dei condannati?

All’ultimo atto di un processo, talora, intrufolativisi per artifici menzogneri, ai registi d’essi, i cameramen, avvocatucci tanto incompetenti quanto vanitosi, col loro armamentario di cronisti montatori di loro insussistenti meriti, i quali si limitavano ad aspettare che il copione precostituito giungesse per inerzia all’ultima scena, e li chiamavano “difensori“..

La elezione del nuovo comitato direttivo della magistratura, in Piazza Cavour nel palazzo della cassazione, cosi’ non solo funzionalmente ma anche simbolicamente, extrafunzionalmente, occupato dalla magistratura estromessa ogni rappresentanza sociale e prima fra tutte la avvocatura, quella elezione, si diceva, concomita, il giorno 12 11 2011, con la festa di “ingresso in società“, della matricole della polizia penitenziaria, celebrata dal ministro della giustizia in persona, concomitano, i due eventi, a mostra e segno di quella che e’ la istituzione giustizia, fatta essenzialmente e simbolicamente di magistratura carceriera e incarceraria, della sua forza armata per la  fase esecutiva, oltre quella, la polizia giudiziairia, per la fase cognitiva.

L’urgenza e’ quella della economia, non della situazione carceraria, e’ obbiettato ai Radicali che premono su questa, a nessuno viene in mente che, quella situazione, e’ la più economica che sia immaginabile, per la dissipazione materiale e immateriale della ricchezza umana, che compie per nient’altro che per immiserire la società, e che compie dissipando altra ricchezza strumentale, quella impiegata nella organizzazione materiale e immateriale e nella attivazione di quella dissipazione, per nient’altro che per il niente di essa, e per nient’altro che il lucro dei suoi agenti

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