SEBBEN LODATO, IN PURGATORIO…

1.Falcone, nella edizione di Purgatori (su La7, 20 sera) :

farebbe un nome ad un cronista giudiziario (S.Lodato) perché non lo diffonda, laddove è quasi certo che lo diffonda?

Svelerebbe senza ragione o scopo, sebbene illecitamente, un segreto istruttorio, o il nucleo di un segreto istruttorio?

Concederebbe alla “mente raffinatissima” portatrice di quel nome la possibilità di continuare ad attentare, non solo contro sé ma anche contro la collega svizzera e i componenti la propria scorta?

Otterrebbe il silenzio del cronista (confidatario) minacciando che mai più lo avrebbe informato; dunque ammettendo che in passato avrebbe violato il segreto istruttorio (allora molto rigido) e che in futuro avrebbe continuato a farlo?

2.Il cronista in possesso della identità dell’attentatore, e conscio della possibilità che riattentasse, fedele amico di Falcone:
gli avrebbe concesso quella possibilità?

Posto che l’attentato di Capaci non gli sarebbe parso che la ripetizione di quello dell’Addaura, e che Falcone aveva cessato di essere promissario del suo silenzio, e che comunque aveva diritto alla denuncia del suo assassino, ed egli il dovere non solo morale ma anche giuridico d’essa:

avrebbe taciuto “per ventottanni” (cosi, teatralmente, si sono detti in trasmissione egli e Purgatori) quel nome?

Benchè, corrispondendo il nome ad uno dei Servizi, avendo viaggiato, Falcone, quella sera per Palermo con un aereo dei Servizi, nemmeno per un istante, il cronista, si sarebbe interrogato su chi avesse informato del viaggio gli attentatori in loco (interrogativo posto in trasmissione da Purgatori!?)?

E per ventottanni , il fedele amico di Falcone, avrebbe perpetrato il favoreggiamento personale del suo assassino?

3. Non pare esca bene nessuno, dalla losca faccenda, se non il portatore del nome che la ha messa in scena …

pietro diaz

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