14.04.15

Ucciso l’avvocato, repressa l’avvocatura, in magistratura.. 

Per la uccisione di un avvocato da un suo cliente al Tribunale di Milano, il procuratore generale di Napoli ha disposto la perquisizione quotidiana degli avvocati entranti in tribunale, scambiato per reo un offeso da reato, anzi, per reo, la categoria professionale dell’offeso da reato…
In tale stato mentale (confusionale ma anche padronale) dell’esercizio del potere della magistratura penale italiana, che un carabiniere (un “carabiniere”, uno la cui funzione e’ scritta nel porto di carabina che lo denomina), levi le mani sui primi, avvocati, della chilometrica fila (“per uno”) che attende di subire la perquisizione personale, e denuncia che le ore prefissate per i loro adempimenti processuali scadano inesorabilmente e drammaticamente, e’ del tutto conseguente al sopruso (non solo logico) del procuratore che, d’altronde, gli e’ “superiore”…
Benchè, in tale stato delle cose, l’unico giusto, e tutore di giustizia, paia l’avvocatura…

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