UN RISPARMIO SUL PARLAMENTO CHE NON RISPARMIA IL PARLAMENTO…

Come se, potendosi ridurre i costi del godimento di un bene inestimabile, si riducesse questo anziché quelli.
Comportamento visibilmente antieconomico se non aprassico.
1. Eppure è stato disegnato e attuato dai tagliatori del parlamento, benchè potessero tagliare i costi del suo esercizio (anzi dovessero. invero, se la Costituzione, all’art. 69, assicurò ai parlamentari l’indennità dalle spese funzonali, non l’attuale arricchimento individuale).
Comportamento assurdo (in sede logica)?Certo, nei suespressi termini.
Ma in altri termini tutt’altro che privo di logica. E di logica stringente! Di fatti.
2. Chi taglia il parlamento anziché i suo costi, punta a quello non a questi.E adducendo un pretesto (il risparmio dei costi, d’altronde dimostrato irrisorio, se non inesistente), punta a tagliare anatomicamente il parlamento.
D’altronde, che sia esso il bersaglio, dai tagliatori è detto implicitamente ma chiaramente.
2.1 Se lo tagliano perché “casta” (così, per tutti, Di Maio), esso è il bersaglio, non il suo costo.Se lo tagliano perché establishment (ancora, per tutti, Di Maio ) proprio esso è il bersaglio.Se lo tagliano perché manica di assenteisti o di incompetenti (valutazioni diffuse ), i parlamentari, assolutamente esso è il bersaglio.
2.2. E che lo sia irrefragabilmente, si trae inoltre dalla pretestuosità dei motivi.
Perché ognuno di quei vizii è direttamente impresso da coloro che li ascrivono. Impresso predisponendo le liste elettorali dei “candidati” affinchè non altri siano (eventuialmente) “eleggibili”. Coloro che, quindi, (al postutto) nominano gli “eletti” attraverso l’elettore (solo apparentemente eligente: da “eligere”: scegliere)!
2.3 E se li nominano, ovviamente, li fan casta o establishment o assenteisti o incompetenti …
E poiché potrebbero farli all’inverso ( o altrimenti). Poiché, cioè, (verosimilmente) avvertono la colpa del risultato, la scaricano su questo (con l’antica tecnica traslativa, di discolpazione di sé mediante incolpazione di un altro…. ).
2.4 D’altronde, tagliati i parlamentari, divengono più liquidi e meno contenziosi:
gli apparati e i riti delle loro nomine;
l’accaparramento della formazione, ad essi spettante, delle leggi, mediante sostituzione (oramai sistemica) con “decreti legge” dell’Esecutivo (ove i tagliatori hanno insediato la loro maggiore potenza);
il loro asservimento a ratifica (non più che) fiduciaria della decretazione.
2.5 Insomma, l’obbiettivo vagheggiato e ostinatamente perseguito (da un cinquantennio almeno):
l’acquisizione governativa del potere legislativo, la più bersagliante il parlamento.
Secondo la prassi (ad esempio) del nazionalsocialismo tedesco e del fascismo italiano del secolo passato., di acquisizione totale di quel potere, che pervenne all’azzeramento della istituzione.
Prassi tuttavia moderata da quella qui in corso, di acquisizione parziale (il parlamento a sua discrezione -!- convertirebbe in legge la decretazione governativa: art 77 cost). Ma a scopo politicamente propiziatorio, conciliatorio, palliatorio ( e illusionistico).
3. Dunque i tagliatori (di un terzo) del parlamento son protesi in effetti a colpirlo al centro.
pietro diaz.

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