7.04.13

In una selva di microfoni dei vari canali televisivi, che non sarebbe mancata a L’Aquila nell’anniversario del terremoto che la devastò, e dove, per ciò, si è fatto puntualmente trovare, si fa strada compiaciuto il faccione rurale del procuratore nazionale antimafia- presidente del senato della repubblica, e, dopo il preambolo monomaniaco su quel che egli fece, nella prima qualità del binomio, per assicurare la “legalità” degli appalti per la ricostruzione della città, nella seconda qualità, scandisce:“l’ho detto e lo ripeto, è impossibile costituire le commissioni parlamentari prima che sia formato il governo, perché fino ad allora non si sa quale sia la maggioranza…(soltanto i primi due termini, della frase, sono suoi, gli altri gli sono elargiti per fargli grazia della pena lessicale della formulazione) ”.

Ora, a parte che l’antecedenza della formazione del governo della repubblica alla costituzione delle commissioni parlamentari- se non fosse nella normativa antimafia nella quale, egli, sarebbe versato- non sarebbe in nessuna parte dell’ordinamento giuridico vigente, men che meno in quello costituzionale (art 72 cost), ancora non ha percepito, costui, apicale carica della magistratura e del parlamento, nemmeno,  che,  il partito che lo ha nominato senatore, alla Camera, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, al Senato, quella relativa, e che, necessariamente,  gli altri partiti eletti sono minoranza?

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